L’Old Trotters si occupa anche dei giovani
Verde ovale

 

16/10/2010 -

Prima di trattare l’argomento “rugby” occorre sfatare alcuni stereotipi o dicerie popolane che definiscono questo sport “violento”. Nulla di più falso, certamente mentiremmo se dicessimo che il rugby non è uno sport di contatto.
Il contatto c’è ed è alla base di questa fantastica disciplina (a dire il vero il divertimento sta proprio in quello), ma si tratta di un contatto che impone delle ferree regole che nessun giocatore può eludere e che, se non rispettate, sono punite in modo severissimo dall’arbitro e, nei casi più gravi, dalla stessa Federazione. Vi è un detto che definisce questa disciplina “il rugby uno sport da delinquenti praticato da gentiluomini” e questo la dice molto lunga sullo stile e sulle norme comportamentali che ogni giocatore è tenuto a rispettare ogni volta che entra in campo. Nel rugby il rispetto dell’avversario è sacro come lo è per tutte le decisioni che l’arbitro prende durante un incontro, siano esse giuste o errate (si riconoscono l’umanità dell’uomo arbitro e di conseguenza anche i suoi errori). Alla base di questa disciplina vi è un forte senso di lealtà, di correttezza, di coraggio, di fiducia in se stessi e negli altri, ma soprattutto il rispetto di se stessi, dei compagni e degli avversari. Non mi sembra giusto fare paragoni con altri sport di squadra, ma senza dubbio il rugby è una di quelle poche discipline sportive in cui è difficile che emerga l’individualista, il fuoriclasse. La squadra è alla base di tutto, tutti sono utili, tutti sono parte di un’attività che ha come unici scopi, quello di avanzare e di portare la palla oltre la linea di meta. Possiamo definire una squadra di rugby è come un’orchestra dove anche il miglior solista si confonde con gli altri musicisti e l’unione di tutti fa sì che la melodia sia delle migliori. Queste parole possono sembrare uscite da un romanzo d’altri tempi, ma il rugby è questo, è “pura passione” e chi lo pratica, lo sa, è come una malattia che ha come unica cura quella dello scendere in campo e confrontarsi con un avversario. Si noti che ho detto confrontarsi e non scontrarsi, infatti, chi scende in campo lo fa sempre per giocare con un avversario e mai contro un avversario. L’A.S.D. Rugby Old Trotters Club di Anzio, nata ad Anzio ne lontano 1974, ha da sempre concentrato le sue attività sul settore giovanile. La prima squadra anziate, composta di giovani diciottenni, (alcuni dei quali oggi fanno parte della squadra degli “Over 35”) ha da sempre sostenuto e incoraggiato la creazione di una struttura che potesse accogliere tutti i giovani in modo da formare un vivaio di atleti che durante gli anni hanno disputato e continuano a disputare campionati. Quest’attività ha trovato sempre più spazi sino a giungere ai nostri giorni dove per l’appunto L’A.S.D. Rugby Old Trotters Club ha una scuola di mini rugby riservata ai giovanissimo under 7, 8, 10,12, sino ad arrivare agli under 14 e 16. Per fare commenti, e apprezzare al meglio l’attività sportiva svolta, dai ragazzi, si dovrebbe assistere ai loro incontri e, credeteci sulla parola quando diciamo che il vederli giocare è fantastico. E’ sempre un’emozione, vederli scendere in campo cercando di imitare i loro idoli, con finte, passaggi, e, alle volte, capitomboli, e, incuranti anche delle condizioni climatiche avverse. Noi diciamo sempre ai nostri ragazzi (in modo ironico che fa accigliare le loro mamme), che il rugby è l’unico sport dove alle volte ci si può sporcare senza essere sgridati dalla mamma. Magari le mamme non la pensano proprio così, ma vedendo la felicità dei propri ragazzi durante il gioco, quello del fango diventa un problema minore. Noi crediamo in questo sport e in quello che può dare, in termini di qualità ai ragazzi e cerchiamo di fare di ciò il nostro vanto. La nostra attività raramente è pubblicizzata da volantini o altro, poiché riteniamo che sia la passione l’unico metodo per affacciarsi al mondo del rugby. La maggior parte dei ragazzi oggi è bombardata quasi in via esclusiva da una sola attività sportiva di massa. I ragazzi che vengono da noi, generalmente provengono da altre discipline sportive più o meno note, e riescono a trovare nel rugby quegli stimoli che altre discipline non forniscono. Sicuramente il “passa parola” è un buon veicolo per pubblicizzare la nostra attività, poi, finalmente, da qualche anno a questa parte, anche i mass media si sono interessati al rugby (vedi diretta delle partite del sei nazioni) e questo, certamente, ha aiutato le società portando un aumento degli iscritti e praticanti di questa disciplina. Noi della Old Trotters, non rincorriamo il lucro e non vogliamo fare che la nostra disciplina diventi un’attività “baby sitter”, il nostro è uno sport che ha quale finalità quella di far crescere i ragazzi, infondendo in loro, come detto in precedenza, quei sani principi e valori che l’attività del rugby esige, poi, se oltre ciò riusciamo a far si essi riescono un domani a farsi strada nel mondo di questa disciplina, (come alcuni nostri giovani che militano nella formazione anziate della Neroniana Anzio che quest’anno disputa il campionato di serie B), allora la nostra attività raggiunge la completezza. Se queste nostre parole vi hanno colpito o semplicemente incuriosito, potete raggiungerci con i vostri figli, sul campo di allenamento di via Magalotti 77 (Lavinio stazione) tutti i mercoledì pomeriggio dalle 16,00 alle 18,00 e tutti i sabato mattina dalle ore 10,00 alle 12,00, o chiedere informazioni al numero telefonico 328-1358581. Provare non costa nulla, attendiamo i vostri ragazzi.


Autore:

Marco Berti