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Anzio, ridente cittadina a circa 60 Km. da Roma, si poggia sul promontorio che declina verso il porto Innocenziano. Ai lati le due riviere, caratterizzate dalle costruzioni in stile liberty che spuntano dal verde ed arricchite dalle cupole argentee del Paradiso sul Mare. Gli anni '50 e '60 furono l'epoca d'oro di Anzio, scelta per le vacanze da attori e personaggi della dolce vita romana. Oggi la città offre la sua costa che corre per 12 km, una delicata e rinomata cucina a base di pesce fresco, i parchi per trascorrere fresche serate, le pinete per passeggiare vivendo indimenticabili momenti di tranquillità immersi nella natura, la splendida riserva naturale di Tor Caldara, il collegamento con le isole Pontine, la chiarezza e la bellezza delle acque e la vicinanza a Roma.

Le origini di questa città si perdono nella notte dei tempi e delle leggende: la più diffusa, forse perchè maggiormente ricca di fascino e di prestigio, è quella che ne attribuisce la fondazione ad Antias uno dei tre figli che la maga Circe avrebbe avuto da Ulisse. Lo storico Xenagora sostiene che la città è stata fondata da Ascanio, figlio di Enea, dopo lo sbarco dei troiani nel Lazio. Addossata a quel promontorio che si estendeva verso l'odierna Nettuno, occupando i ripiani rocciosi che dominano la costa, in posizione facile da difendere, Anzio fiorisce nel Lazio antico e le sue vicende sono legate all'occupazione dei Volsci ed ai rapporti con Roma. Durante l'occupazione volsca (V secolo a.C.) Anzio fu fiera avversaria di Roma, per poi essere da lei distrutta e ridotta a colonia nel 338 a.C. Partigiana di Cornelio Silla durante la guerra civile, fu nuovamente distrutta dalle truppe di Caio Mario nell'87 a.C. Sul finire dell'età repubblicana Anzio visse un periodo di vero splendore divenendo il luogo di villeggiatura preferito dai ricchi patrizi romani. Templi e palazzi abbellirono la città, mentre sulla costa si edificarono le ville dei più importanti personaggi del tempo: Marco Tullio Cicerone, Mecenate, Caio Lucrezio e Cesare Augusto. Soggiornarono ad Anzio tutti gli imperatori: Augusto vi fu proclamato padre della Patria, Caligola, che vi ebbe i natali, la voleva come capitale dell'impero, Adriano la definiva come uno dei luoghi più belli d'Italia, ma fu Nerone, che ad Anzio nacque il 15 dicembre dell'anno 37 d.C. ad edificarvi il porto, chiamato 'porto neroniano', mirabile esempio di ingegneria marittima, ad abbellire la reggia e la città con marmi e statue.

Anzio fu dotata di ben tre acquedotti. Il più antico portava le acque termali in città dalla villa di Mecenate nei pressi dell'odierna Tor Caldara, mentre gli altri due portavano acqua potabile. Anzio offriva terme, anfiteatri e circhi. Cicerone scriveva "preferisco vivere ad Anzio piuttosto che a Roma". Anzio è cantata da tutti i maggiori poeti romani che ne sottolineano lo splendore. Ad Anzio vengono eretti ricchi templi in onore di Apollo, Ercole, Venere e quello molto frequentato della Fortuna Anziate, celebre per il suo oracolo.

Di tanta splendida architettura ad Anzio restano solamente poche reliquie, oltre alle fondamenta. I reperti di maggior valore si possono ammirare oggi nel museo nazionale romano, ove si trova la 'Fanciulla di Anzio', capolavoro della scultura ellenistica risalente al secolo IV o III a.C. Nei musei Vaticani si trova 'l'Apollo del Belvedere'. Al Louvre troviamo il 'Gladiatore Borghese' e presso i musei capitolini la statua in marmo nero di Esculapio. Raggiunto l'apice dello splendore nel II secolo, inizia poi il lento decadimento di Anzio, culminante nel 330, quando Costantino trasferì la capitale dell'impero a Bisanzio.

Nei primi secoli dell'era cristiana Anzio fu sede vescovile. Nei secoli successivi giunsero le invasioni dei barbari e le scorrerie dei pirati saraceni. Nella storia delle repubbliche marinare, Anzio viene ricordata per la battaglia svoltasi nelle sue acque il 30 maggio 1378, mentre imperversava un violento fortunale, le galee veneziane capeggiate da Vittorio Pisani sconfissero e distrussero in parte quelle genovesi comandate da Luigi Fieschi. La riscoperta della città avvenne grazie al cardinale Antonio Pignatelli che, recandosi a Roma per partecipare al conclave dopo la morte di Alessadro VIII, il 2 febbraio 1691, fu costretto a sbarcare ad Anzio a causa di una forte ed improvvisa tempesta. Commosso dall’accoglienza e dalle preghiere degli abitanti, promise loro di interessarsi alle rovine del porto neroniano qualora fosse divenuto papa. Il cardinale Pignatelli, eletto papa Innocenzo XII, diede inizio ai lavori nel maggio del 1698, interpellando i maggiori architetti dell'epoca: il Fontana e lo Zignaghi. Fu scelto il progetto presentato dallo Zignaghi e, sotto la guida del medesimo, i lavori ebbero inizio e si conclusero fra gravi difficoltà nello stesso mese di due anni dopo, nel 1700, sotto la direzione del cardinale Benedetto Pamphili. Gli anziati avevano finalmente il nuovo porto chiamato Innocenziano. Dopo pochi anni l'imboccatura del porto accumulò però tanta sabbia che le navi di una certa stazza non vi potevano accedere se non in periodi di alta marea.

Innocenzo XII fece costruire anche una piccola cappella dedicata a sant’Antonio, un alloggio per i forzati condannati al bagno penale, un ospedale e un acquedotto. Di tutte queste opere fa fede una lapide ancora oggi murata nel fabbricato all'angolo tra via Fabbri e piazza Pia.

Sotto il pontificato di Pio IX la città proseguì nel suo sviluppo. Meta della buona società romana, Anzio acquisì il carattere della località turistica e di soggiorno. Alla fine del 1800 Anzio assume lo spirito di una ridente cittadina, sicuramente frivola, ma uniformata allo spirito effervescente dell'Italia risorgimentale. Il 26 giugno 1856, con decorrenza dall'1 gennaio dell'anno successivo, Anzio diviene comune autonomo. Nel 1870, otto anni dopo l'ultimo soggiorno di papa Pio IX, il territorio del comune di Anzio si riunisce al Regno d'Italia. Nel 1939, durante il fascismo, Anzio e Nettuno vengono unificate, cambiando il nome della prima in Nettunia Porto. Nel 1945, dopo lo sbarco anglo-americano, i due comuni riprendono la loro autonomia.

La villa di Nerone

Nerone, ci riferisce Tacito negli Annales, ad Anzio nacque e, forse per questo motivo, predilesse questa città laziale costruendovi un porto attrezzato, edifici pubblici e la propria villa. Di essa oggi restano alcune mura erose dalle onde del mare e dal tempo. Il panorama globale risulta comunque sempre grandioso, non fosse altro per l'allusione al fasto che vi si trova. Un tempo la villa era una mezza luna alta su uno zoccolo di muraglioni con giardini, piscine, vasche per l'allevamento di pesci, palestre, porticati, terme domestiche e molto probabilmente un piccolo teatro. Narra la leggenda che dalla sua villa anziate il divo Nerone assistette al rogo di Roma. La villa veniva frequentata ed apprezzata soprattutto da sua madre Agrippina e da sua moglie Poppea. Si sa di sicuro che in questa villa ebbero luogo i funerali e la cremazione di una bambina della coppia imperiale morta a soli quattro mesi. Nerone, uomo di grande cultura, possedeva nella villa una ricca biblioteca con scaffali in legno, adorni di borchie d'oro, colmi di pergamene arrotolate di Omero, Virgilio, Ovidio e certamente anche di Seneca. Negli ambienti più segreti della villa, quelli rivolti verso terra, doveva esserci un museo domestico con immagini di fauni caprigi, centauri e amazzoni. Da questo museo provengono le statue più famose dell’Anzio archeologica: l'Apollo del Belvedere, il Gladiatore Borghese e la Fanciulla di Anzio.

 

La fanciulla di Anzio

Rinvenuta nel 1878 in una nicchia della villa imperiale, è formata da due blocchi di marmo. Alta 1.70 mt, raffigura una giovanetta rivolta verso sinistra avanzare vestita di chitone con un ampio himation. La bella linea sinuosa la pone in uno stadio intermedio tra l'incedere ed il sostare. Il suo atteggiamento e gli oggetti votivi lasciano pensare che si tratti di una sacerdotessa o di un personaggio connesso al culto di qualche divinità. Molti studiosi ritengono che sia un originale greco databile alla seconda metà del III secolo a.C., altri la ritengono una splendida copia realizzata nel periodo compreso tra Tiberio e Nerone. La Fanciulla di Anzio è conservata presso il Museo Nazionale Romano ed è stata assunta quale simbolo dell'antica grandezza della romana Antium.

Lo sbarco di Anzio

Anzio visse l'ultimo conflitto mondiale in modo drammatico, direttamente coinvolta dallo sbarco alleato e dalla controffensiva tedesca, dai bombardamenti, dalla fame e dallo sfollamento. Alle prime ore dell'alba del 22 gennaio 1944, preceduti da violenti bombardamenti navali, un convoglio di 374 navi sbarcava il VI° corpo d'armata USA, dando inizio all'operazione Shingle, voluta da Churchill per alleggerire il fronte di Cassino, tentare lo sfondamento della linea Gustav e imprimere un'accelerazione sul versante italiano, per giungere il più rapidamente possibile a contrastare eventuali espansioni sovietiche sul versante orientale. La prima divisione britannica sbarcava tra le torri Caldara e San Lorenzo, mentre tra Nettuno e torre Astura sbarcava la terza divisione americana. Alle due divisioni erano aggiunte altre forze costituite da reparti di genieri e da 3 battaglioni di ranger d'assalto, i primi a metter piede sulla testa di ponte, occupando il porto e la riviera di levante. Nella notte tra il 29 ed il 30 gennaio tre battaglioni di Ranger penetrarono fino a Cisterna, ma solo pochi uomini riuscirono a rientrare. Da Campoleone i tedeschi bombardavano incessantemente villa Borghese, nei cui sotterranei vi era il quartier generale strategico degli alleati, ben due colpi penetrarono all'interno delle grotte, ma non esplosero. La popolazione fu quasi completamente sfollata a Napoli. In poche settimane i tedeschi fecero giungere i rinforzi da tutti i fronti e circondarono gli alleati scatenando una micidiale controffensiva, che giunse fino a santa Teresa minacciando seriamente di ricacciare gli alleati in mare. Solo un massiccio bombardamento aereo chiesto e ottenuto dalla base di Bari, unito al cannoneggiamento delle navi appoggio, determinò la tenuta della testa di ponte. La difesa di monte Cassino ebbe termine solo il 18 maggio. Il 4 giugno gli alleati entrarono a Roma.

 

Luoghi caratteristici

Chiesa dei ss Pio e Antonio eretta negli anni 1851-56 per desiderio di Pio IX in stile neoclassico, sita in piazza Pia.

Resti dell'antico Teatro Romano, piazza del Teatro Romano, poco distante vi è l'area del vallo volsco, la fortificazione che proteggeva l’Anzio antica.

Santa Teresa del Bambin Gesù, costruzione monumentale dedicata alla santa di Lisieux. Ne furono iniziati i lavori di costruzione nel 1926.

La Chiesa di stile romanico a tre navate con matroneo, transetto e pavimento con marmi vari e smaglianti nei colori, provenienti da villa Spigarelli. La chiesa santuario nazionale dedicata a santa Teresa sorge sul luogo ove già esisteva una piccola cappella dedicata alla 'Santa delle Rose'. Completa questo monumento l'altissima torre campanaria a base quadrangolare dedicata ai caduti nella battaglia di Anzio (1944), munita di ascensore per i visitatori.

 

Villa Adele

Originariamente villa Cesi, è stata la prima villa cardinalizia anziate eretta da Bartolomeo Cesi nel 1615, nel luogo dove sorgeva la torre detta d'Imperio. La villa divenne nel corso dei secoli di proprietà dei Cesi, dei Pamphili, dei Doria Pamphili, dei Borghese e degli Aldobrandini. Il nome villa Adele apparve nel 1800 quando i proprietari erano il principe Francesco Borghese e sua moglie Adele. Nel 1911 viene acquistata dalla Banca d'Italia e nel 1927 viene realizzata la 'Sala delle conchiglie'. L'avancorpo dell'edificio, che divenne Grand Hotel Excelsior e Palace Hotel, viene completato nel 1928. Nel 1937 diviene sede della segreteria generale dei Fasci all'estero. Nel 1964 viene acquistata dal comune di Anzio per essere adibita a scuola elementare e parco pubblico. Attualmente, in una delle sale, è stato collocato il 'museo dello sbarco': espone uniformi, armi, decorazioni, documenti, piani di battaglia, foto di veterani, oggetti d'uso quotidiano, tutto rigorosamente autentico. Il museo è completato da: fototeca, nastroteca, biblioteca, emeroteca, bandiere, raccolte di stampe d'epoca, motoveicoli, ecc. Molti reperti provengono direttamente dai fondali del mare di Anzio, dove giacciono a varie profondità mine, proiettili, aerei, navi da battaglia e da carico, mezzi da sbarco, minisommergibili. E' anche sede della biblioteca comunale, dell'assessorato alla cultura, del museo archeologico.

 

Villa Albani

Costruita dal cardinale Alessandro Albani (nipote di Clemente XI) fra il 1740 ed il 1745. In questo magnifico palazzo di fronte al porto, il cardinale soggiornava durante il periodo estivo con i suoi amici, soprattutto con G. Winchelmann (famoso per aver scoperto Troia dando credito ad Omero), il quale ne studiò e mise in ordine le collezioni. Alla morte del cardinale, nel 1779, cadde in abbandono. La reverenda camera apostolica, nel 1852, acquistò la villa, mettendola a disposizione del pontefice. La villa divenne il palazzo pontificio di Anzio dando ospitalità a papa Pio IX.

 

Villa Borghese

Villa seicentesca affacciata sul mare, circondata da pini che separano Anzio da Nettuno. Si suppone sia stata edificata sulle rovine del tempio dedicato a Nettuno.

 

Villa Sarsina

Edificata di fronte all'antico porto neroniano nel 1745 ad opera del cardinale Neri Maria Corsini sulle rovine della villa dei Cesari. Nel 1820 la villa venne acquistata da Lorenzo Mencacci che, tra gli altri, ospitò il re del Portogallo esule nel 1835. Una lapide ricorda la prima visita del pontefice Pio IX al porto di Anzio nel 1849. Nel 1870 diviene proprietà di Pietro Aldobrandini, principe di Sarsina. Nell'ultimo conflitto mondiale ha ospitato gli sfollati ed è stata seriamente danneggiata. Ora è di proprietà comunale.

 

Villa Spigarelli

Costruita nel 1920 dal padre dell'attuale proprietario, avv. Spigarelli. La tradizione popolare la pensa edificata sulle rovine del sepolcro di Coriolano, più probabilmente sorge sui resti di una villa di epoca neroniana, di cui ha conservato lo stile e di cui custodisce alcuni pregevoli reperti.

 

Angelita

Un militare del corpo dei Reali Fucilieri di Scozia, S.C. Hayes, sbarcato ad Anzio con le truppe anglo-americane, trovò una bimba sola e sconsolata che piangeva sulla spiaggia, la bimba fu accolta tra i soldati e chiamata Angelita. Nel mezzo di uno dei pesanti bombardamenti della testa di ponte di Anzio da parte dell'artiglieria Tedesca, pochi giorni dopo il suo ritrovamento, Angelita morì insieme alla crocerossina che la accudiva, senza che venisse scoperta la sua vera identità. Il monumento alla bimba, assunta come simbolo dello sbarco di Anzio e della brutalità della guerra, poggia su un semplice basamento lungo la riviera di ponente, in un piccolo slargo, realizzata il 22 gennaio 1979. Rappresenta una bimbetta esile e stilizzata che libera dei gabbiani in un agile ed armonico volo. La statua in bronzo è opera dello scultore Sergio Capellini.

 

Il porto

E' la maggior risorsa economica, sociale e storica della città. Ha una superficie di circa 18.500 mq ed ha come attività primaria la pesca, da tremila anni attività vitale di Anzio. Il progetto per l'ampliamento del porto è pronto ed attende il completamento procedurale per dare inizio ai lavori.

 

Il Paradiso sul Mare

Nel 1919 Giuseppe Polli ideò la costruzione del casinò, il Paradiso sul mare, con grandi e luminose sale in luogo del tempio e tappeti verdi in luogo di are. La costruzione fu affidata all'architetto Bazzani, iniziata nel 1919 e terminata in 5 anni. L'edificio, in stile liberty con forti elementi massonici, ha un atrio di forma semiellittica, sostenuto da sei colonne grigie con capitelli poggiati su travertino bianco. Due sale da gioco, entrambe di forma circolare, hanno il soffitto sorretto da dieci pilastri con affreschi del Tosatto; la prima sala con scene primaverili, detta appunto della Primavera, l'altra con scene di ninfe danzanti. Dal salone Primavera si accede su un ampio terrazzo, la balconata è adornata da sei statue (purtroppo decapitate da vandali): Estate, Primavera, Industria, Commercio, Autunno, Inverno. Al piano di sotto si trova il salone da pranzo in toni di bianco e grigi con stucchi di avorio, la pista da ballo circolare delineata da dieci colonne in stile ionico. L'inaugurazione ebbe luogo con fasto solenne, ma la cosa non piacque a papa Pio X che ne promosse la chiusura, non potendo tollerare un luogo di vizio a due passi dal cuore della cristianità. Ora proprietà comunale, l'edificio è sede di una scuola alberghiera. Federico Fellini lo volle nel suo film Amarcord, allestendolo a Grand Hotel di Rimini. Alberto Sordi e Monica Vitti ballarono nelle sue sale sul set di Polvere di Stelle. Per vedere gli splendidi interni bisogna aspettare le manifestazioni che il comune vi organizza soprattutto in estate.

 

Riserva Naturale di Tor Caldara

Riserva naturale di 44 ettari, istituita nel 1988, situata tra Anzio e Lido di Lavinio al Km 34.400 della via Ardeatina. Costituisce uno degli ultimi lembi delle migliaia di ettari di bosco che ricoprivano il Lazio fino agli inizi del 1900. La riserva custodisce un esempio di foresta mediterranea a prevalenza di sempreverdi: lecci, sugheri, erica arborea, corbezzolo, ontani, pioppi, tremuli, farnie. Ricca anche di fauna composta da rettili, anfibi, uccelli e mammiferi vari. Le numerose sorgenti sulfuree, nelle quali è vietato bagnarsi, sono dovute alla risalita dei gas vulcanici dalle radici periferiche del vulcano laziale.